Monte Ocre

Da San Martino all'Ocre fino in vetta sul versante forse meno frequentato. Una proposta insolita per salire questa bella montagna.

L'aria sottile dell'alba, i contorni che lentamente prendono forme, i colori caldi delle prime ore del mattino insieme alle nebbie di fondo valle, poi i canaloni e le nuvole sfilacciate fino in cima, quando la montagna sopra i tetti di casa sa regalare momenti indimenticabili.

Questa proposta di escursione consente di raggiungere la cima dell’Ocre da un versante decisamente poco frequentato di una montagna che è già di per sé meta di pochi appassionati: si attraverseranno così ambienti isolati dapprima per vasti pianori e poi, più in alto, lambendo alcuni profondi canaloni che incidono questo lato della montagna fino a guadagnare un’ampia e panoramica dorsale sommitale. Volendo cogliere l’attimo in cui sorge il sole mi sono avviato di buon’ora lungo la sterrata che all’altezza di San Martino si stacca dalla strada per l’Altopiano delle Rocche: si inizia a camminare dapprima in un rado bosco e poi salendo gradualmente allo scoperto con visuale sempre più ampia verso il Gran Sasso e la valle dell’Aterno. Dopo una serie di svolte la brecciata punta in direzione del caratteristico rimboschimento dell’Aquazzese lambendo lo stazzo in località Malequagliata superato il quale si incrocia il sentiero che proviene anch’esso dalla strada per Rocca di Cambio. Ci si incammina sul sentiero in direzione ovest percorrendo dapprima un lungo traverso sino a raggiungere i ruderi di uno stazzo con annesso recinto a cui fa seguito un tratto interessante in quanto a visuale dal basso sugli impervi canaloni che incidono questo lato della montagna; il sentiero, che ora inizia a salire con maggiore pendenza, rimane sempre evidente sul terreno ed accompagnato da vecchi segnavia sino a raggiungere una valletta da cui ci si immette verso l’ultima parte della salita che conduce direttamente sulla dorsale sommitale, a metà strada tra la cima dell’Ocre e La Cima dei Monti di Bagno. Una vota guadagnata la linea di cresta (più che altro un ampio pianoro sommitale) l’orizzonte si apre definitivamente e diviene così ben visibile un vasto territorio che spazia dal Velino al Gran Sasso fino alla Maiella; si prosegue quindi in piano in direzione della croce di vetta che si raggiunge in breve e da cui si hanno notevoli affacci in ogni direzione.